Che cos’è la plusvalenza nel settore immobiliare?
È il guadagno che si realizza rivendendo un immobile ad un prezzo più alto di quello acquistato, dopo 5 anni dall’acquisto dello stesso. Nel mondo immobiliare, la plusvalenza viene tassata se l’immobile venduto è stato acquistato da meno di 5 anni; l’immobile quindi non è soggetto a plusvalenza se pervenuto tramite successione o se lo stesso immobile è stato adibito a residenza primaria nel periodo fra l’acquisto e la vendita. Ciò implica che per gli immobili adibiti a seconda casa, la plusvalenza sarà sempre una tassazione.
Le persone soggette al pagamento della tassa sulla plusvalenza immobiliare, possono procedere al pagamento in sede di dichiarazione dei redditi, in particolare sotto la voce ‘redditi diversi‘, pagando in base all’aliquota irpef prevista per l’ammontare di reddito netto dell’anno di riferimento. Solitamente però risulta molto più conveniente richiedere in sede di rogito l’applicazione dell’imposta sostitutiva del 20% sulla plusvalenza realizzata. Tale imposta sostitutiva verrà pagata al notaio, che procederà alla liquidazione in via telematica.
Come si calcola la plusvalenza?
Per calcolare correttamente la plusvalenza immobiliare occorre fare riferimento all’articolo 68 del Testo Unico sulle Imposte sui Redditi. L’articolo 68 dice:
“Le plusvalenze di cui alle lettere a) e b) del comma 1 dell’articolo 67 sono costituite dalla differenza tra i corrispettivi percepiti nel periodo di imposta e il prezzo di acquisto o il costo di costruzione del bene ceduto, aumentato di ogni altro costo inerente al bene medesimo. Per gli immobili di cui alla lettera b) del comma 1 dell’articolo 67 acquisiti per donazione si assume come prezzo di acquisto o costo di costruzione quello sostenuto dal donante.”
In pratica, per calcolare la plusvalenza immobiliare è necessario calcolare la differenza tra:
- il prezzo di vendita dell’immobile, o eventualmente il costo di costruzione, più tutti gli altri costi inerenti all’immobile
- il prezzo di acquisto dell’immobile